Ieri, mentre navigavo sul Play Store (il negozio di app per gli smartphone Android) ho notato un banner dedicato al nuovo Coronavirus:
Si tratta di una elenco di applicazioni per informarsi sul virus e sulla malattia attraverso fonti autorevoli e verificate, selezionate da Google. La raccolta comprende Medical ID (ICE) (un’app per creare il proprio profilo medico, utile in situazioni di emergenza), Glympse (per condividere in tempo reale la propria posizione, con tutti o con un gruppo scelto di utenti), oltre a Google News e Twitter. Le descrizioni di ciascuna app non sono quelle standard, ma contengono dettagli su funzioni specifiche o consigli per l’utilizzo:
Non è la prima volta che le grandi aziende del web adottano questo genere di misure per contrastare la cattiva informazione. Durante le campagne elettorali Facebook mostra in maniera sempre più trasparente i post sponsorizzati e propone l’elenco dei profili ufficiali dei candidati e degli eletti. Anche in questo caso ha deciso di inserire un banner informativo nel feed, che rimanda al sito web del Ministero della Salute. Stessa scelta da parte di Twitter, che mette in primo piano l’account del Ministero quando si cerca un hashtag relativo al virus.
Credo che i social network, e i giganti del web in generale, si stiano progressivamente rendendo conto delle responsabilità che hanno nella diffusione di contenuti autorevoli e del ruolo centrale che ormai ricoprono come media. Utilizzare un negozio di app come strumento per promuovere notizie verificate è una scelta inedita, che dimostra l’enorme varietà di azioni possibili per contribuire ad una ecologia dell’informazione.